Ecco la bellissima copertina scelta per il libro.
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Colophon
Stemmi dei Comuni Comaschi
Supplemento all’edizione odierna de La Provincia
Direttore
Diego Minonzio
Ideazione, organizzazione e testi
Carletto Genovese
Progetto grafico
Moma Comunicazione
Stampa
Litostampa Istituto Grafico srl.
© La Provincia Editoriale – giugno 2016
Saluto del direttore de “La Provincia”
Ve lo assicuro: il libro di Carletto Genovese dedicato agli “Stemmi dei comuni comaschi” è una miniera di sorprese. Quella che in apparenza potrebbe sembrare materia arida e per pochi si trasforma pagina dopo pagina in storia viva e colorata, ricca di notizie e curiosità sulla nostra terra. Perché ogni stemma ha una sua intima ragione, richiama un’identità, un percorso storico, vanta precisi rimandi alla zona o a qualche evento decisivo per l’identità degli abitanti del luogo.
Non è tutto: vi sembrerà strano, o perlomeno così è sembrato a me, questi stemmi non sono nascosti in qualche cassapanca o archivio comunale, no.
Sono visibilissimi e diffusi su documenti ufficiali, cartelli stradali, certificati vari. E quindi fanno parte della nostra vita quotidiana, o perlomeno ci capita con discreta periodicità di incrociarli. Eppure – è sempre la mia esperienza che parla – mica è detto che uno si interroghi sull’origine piuttosto che sul significato di questo o quell’emblema.
Perché se è ovvio che Ponte Lambro, per fare giusto un esempio, abbia un ponte nello stemma, assai meno immediati risultano il leone d’argento di Luisago, la cicogna di Valsolda piuttosto che l’aquila di Pigra. E badate bene che mi son fermato agli animali, lasciando stare un esercito di altri simboli e spunti che rendono facile una previsione: aprendo il libro, ciascuno di voi andrà difilato a sbirciare lo stemma del proprio comune, resterà sorpreso dai colori, i simboli, i rimandi, per tacer delle spiegazioni; poi – ve lo assicuro – comincerà a sfogliar le pagine una dopo l’altra, cavandone storie e curiosità che fanno di questi “Stemmi dei comuni comaschi” un volume davvero godibile e sorprendente.
D’altronde il suo segreto è semplice: anche questa è storia, anche questa è vita.
Diego Minonzio
Direttore de “La Provincia”
Ringraziamenti
- Francesco Galetta – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio Onorificenze e Araldica.
- Elena Ginanneschi – Archivio Centrale dello Stato di Roma.
- I sindaci delle amministrazioni comunali, in particolare Mauro Guerra, Paolo Vismara e Stefano Colzani.
- Bruno Fracasso, Massimo Ghirardi, Giancarlo Scarpitta, Giovanni Giovinazzo – Araldicacivica.it;
- Claudio Calzana – Sesaab;
- Elena Colombo – Servizi per testi;
- Giancarlo Molteni – Pusiano;
- Tiziana Arena, Marco Sordelli, Elena Brivio; Francesco Barni.
Note dell’autore
Stemmario Trivulziano: è una raccolta di stemmi del XV secolo, conservata nella biblioteca Trivulziana di Milano, che ha sede in un’ala del Castello Sforzesco. Questo prezioso codice araldico, eseguito fra il 1461 e il 1466, è stato miniato, nella parte più antica, dal pittore Giannantonio da Tradate. Il manoscritto costituisce certamente la fonte più importante dell’araldica lombarda e contiene la riproduzione a colori di 2.073 stemmi di famiglie originarie dell’antico Ducato di Milano.
Stemmario Cremosano: è un antico stemmario lombardo, redato nel 1673 dall’araldista Marco Cremosano, conservato nell’Archivio di Stato di Milano. Il vero titolo di questo prezioso manoscritto è Galleria d’imprese, arme ed insegne de varii Regni, Ducati, Provincie, Città e Terre dello Stato di Milano et anco di diverse Famiglie d’Italia con l’ordine delle Corone, Cimieri e altri ornamenti spettanti ad esse et il significato dé colori ed altre particolarità che a dette Arme s’apparteng.o di Marco Cremosano Reg. Coad. Del Not.o Cam.e nel Mag.to Ord.o. Consta di due volumi: il primo contiene un trattato di araldica – con diversi stemmi dipinti dei duchi di Milano, dei Trivulzio, dei Cantoni Svizzeri e di numerose Comunità – e l’elenco alfabetico delle famiglie il cui stemma è riprodotto nello stemmario; il secondo contiene, invece, più di 8.000 stemmi gentilizi, ricavati in gran parte dallo Stemmario Trivulziano.
Codice Carpani: è uno stemmario lombardo della fine del XV secolo, conservato nel Museo Civico di Como, redatto dal pittore Giovanni Antonio Carpani. Questo antico manoscritto araldico contiene la riproduzione a colori di 829 stemmi di famiglie della città e dell’antica diocesi di Como.
Per ulteriori precisazioni si rimanda al Glossario di pag 181.