Fermatevi, ovunque vi troviate, e guardatevi in giro. Non ci vorrà molto tempo a scovarne. Sono lì che vi aspettano sui cartelli stradali, sui muri, sul verbale delle multe, sulle portiere delle autovetture della polizia, all’ingresso del municipio, delle palestre, in alcune scuole, al cimitero; li potrete trovare serigrafati addirittura sui bidoni della spazzatura.
Come non lasciarsi avvincere dal messaggio delle figure in essi effigiate? Il leone altero, l’aquila che con le sue ali riempie lo scudo, la spada trattenuta con fierezza, le fiamme, il castello, la croce, i motti in latino, il drago alato, il grifone e il biscione ondeggiante, le stelle, il mastino e il levriere. Insomma, ogni cosa vi parla della storia di un paese e delle sue origini.
Ogni volta che mi sono fermato a guardarli, questi stemmi, mi sono chiesto che cosa ci fosse dietro, quali messaggi veicolassero. Mi sono rimboccato le maniche, ho iniziato a studiare l’araldica, ho cercato di comprendere le leggi che regolano la concessione degli emblemi. Ho raccolto le immagini di tutti gli stemmi della provincia di Como e li ho ridisegnati. Ho scomodato le amministrazioni locali. La maggior parte delle volte, la segretaria di turno mi guardava stupita, come se fossi un marziano e non sapeva bene cosa andare a cercare.
Lo stemma, questo sconosciuto, a cui si presta poca attenzione, al quale si dedicano due righe contate negli statuti comunali.
Ho speso molto tempo nel silenzio solenne degli Archivi di Stato per rievocare la memoria degli stemmi. Ho preso in mano carte ingiallite, impolverate, ho decifrato le scritture ridondanti di altri tempi, ho trascritto, fotografato, memorizzato tutto quanto c’era da sapere.
Mi sono impegnato con tenacia e passione, al solo scopo di svelare quella parte mancante del simbolo e ho portato alla luce, come un novello Indiana Jones, un mondo sconosciuto.
Nel 2007 era uscito lo Stemmario della Provincia di Como. Da quel tempo, molti Comuni si sono affrettati a regolarizzare il proprio emblema e in alcuni casi è stata richiesta la concessione di stemmi creati appositamente.
Con questo volume, grazie al contributo del quotidiano La Provincia, ho riscritto una versione aggiornata, snella, corretta, sfrondata di tutta quella parte araldica noiosa e per soli esperti, per spiegare con parole semplici e dirette il significato degli stemmi, proprio quelle figure alle quali non avete forse mai dedicato del tempo. Non è un trattato di araldica; per tutte le nozioni particolareggiate, vi invito a sfogliare lo stemmario consultabile nella maggior parte delle biblioteche.
Spero che i colori, le descrizioni ufficiali e tutte le notizie degli stemmi comunali lasceranno dentro di voi qualcosa che vi permetta di sentirvi più ricchi e consapevoli della storia che ci circonda.
Carletto Genovese