Sabato 17 alle ore 11.00 si è svolta la consueta cerimonia della consegna del decreto di concessione dello stemma e del gonfalone di Ronago da parte del prefetto Sante Fratellizzi al sindaco Marco Grechi.
Una bella cerimonia, sobria senza fronzoli, a parte la discutibile esecuzione dell’inno di Italia da un cellulare. Almeno per questa volta è stato invitato il prete che ha benedetto la riproduzione dello stemma su un cartoncino A3, visto che il gonfalone non era ancora pronto. Infatti è stato svelato che era stato il prefetto ad anticipare i tempi di consegna in quanto ancora per poco avrebbe mantenuto la sua posizione per aver maturato gli anni di pensione. Un plauso al rappresentante del governo che ha voluto consegnare, lui stesso in persona, il decreto dello stemma di Ronago.
Ha parlato l’ex-sindaco Agostino Grisoni, di fatto il promotore di questo evento. Ha detto che Ronago ha uno stemma, magari il più brutto della Provincia (riprendendo quanto ho scritto nel blog), però adesso ha un’identità nella quale riconoscersi. Sono contento che mi abbia citato, vuol dire che il mio messaggio non è passato inosservato. “Abbiamo invitato anche chi ha definito lo stemma di Ronago brutto” ha proseguito l’ex sindaco. Su questo vorrei invece sollevare un’osservazione. Non so quanto sia veritiera questa frase, tuttavia mi ero fatto sentire prima io per chiedere lumi circa la cerimonia, probabilmente non mi avrebbero neanche considerato (ma chiudo subito la polemica già sterile sul nascere).
Infine, il professor Mascetti ha esposto tutto l’iter burocratico che ha portato al riconoscimento dello stemma. Ovviamente tutte le mie osservazioni scritte nel blog, sono state confutate e di questo, va bene, ne prendo atto. La discussione la potete trovare nell’articolo sullo stemma di Ronago, cliccando qui sotto sul rispettivo stemma. Non entro più nel merito prima di tirarmi dietro le ire degli amministratori che con soddisfazione hanno fatto di meglio ciò che era imposto dalla legge.
Potete trovare le immagini nel rispettivo link sotto la sezione foto.
Agostino Grisoni dice
Oltre che dispensatore di giudizi anche malfidente.
Mi dispiace che anche in un’occasione come questa, trovi il modo per definire bugiardo chi nemmeno conosce: l’invito per Lei era già pronto prima che si autoinvitasse. Mai avrei voluto perdere l’occasione per dire davanti anche a Lei quello che ho detto stamattina:confermo di essere orgoglioso di avere lo stemma più brutto e orribile della provincia di Como (e non ripeto i motivi già ampiamente discussi).
Mi creda, se si fosse almeno presentato, l’avrei ringraziata della presenza, non certo per il suo pensiero che non condivido affatto, come la maggior parte dei presenti.
Può continuare la discussione quanto vuole purchè non continui ad offendere chi non ha mai avuto il piacere di stringerle almeno la mano.
Mi permetto anche di chiederle di modificare lo stemma pubblicato inserendo quello realmente approvato che, come credo abbia avuto modo di vedere questa mattina, mostra delle differenze.
admin dice
Gentile Signor Grisoni, che piacere sentirla su questo blog. Avevo proprio intenzione di scriverle per email e per presentarmi. Lei mi ha preceduto e io non posso che ospitarla ben volentieri. In quanto ad essere diffidente, sì, ha ragione, ma rientra nella mia natura di medico.
Non bisogna dare niente per scontato. Non mi sembra di aver dato del bugiardo a nessuno. Avevo espresso un mio pensiero e ho usato rigorosamente il condizionale perché, appunto, non potevo dimostrare niente.
Il giudizio in merito allo stemma non è la posizione ufficiale dell’ufficio araldico. Io non ho nessuna autorità per dirlo. Ha detto che sono un dispensatore di giudizi: certo il sito è mio così come il libro. E dò a tutti la possibilità di replicare, prova ne è il fatto che lei mi ha scritto. Ho scelto la forma del blog.
Mi dispiace che non mi sono presentato perché non volevo farlo in questa occasione pubblica dopo aver detto davanti al prefetto e alla popolazione di Ronago il mio giudizio.
Lo si poteva omettere. Avrebbe potuto fare il mio nome, si intenda, non mi nascondo. Però, sa, non è stato bello, non per me ma per tutti gli altri e nei confronti del prefetto che ha fatto un discorso illuminante e ha parlato di valori etici e responsabilità.
Ecco: era stridente rimarcare quello che avevo detto io. Ma se l’ha fatto, bene.
Non tolgo nulla alle motivazioni storiche dello stemma delle quali il prof Mascetti ha fatto una mirabile presentazione.
Nemmeno alle vostre convinzioni. Per la vostra comunità lo stemma è bello e vi identifica. Sono felice per voi. Io avrei fatto diversamente, tutto qui. Potrei ancora attirarmi gli strali del prof Mascetti ma sostengo quello che ho detto così come lui sostiene la sua tesi.
In un’altra occasione le dirò cosa mi sarebbe piaciuto per lo stemma.
Per il momento le dico che mi può chiamare quando vuole (031937065), ci conosceremo di persona, a faccia a faccia e ci stringeremo la mano. Le farò anche omaggio del mio libro.
Per quanto riguarda il disegno, bene, metterò il vostro accanto alla mia personale e libera interpretazione dello stemma (lo modificherò), tant’è vero che ho posizionato una filigrana per eliminare ogni dubbio sugli stemmi originali che sono di esclusiva appartenenza dell’ente territoriale possessore.
Esprimendo ancora il mio piacere ad averla qui, la saluto cordialmente.
Carletto Genovese