Alla fine è stato scelto il nuovo stemma, disegnato e proposto dallo storico Mascetti. Una bella composizione. Mi lascia un po’ perplessa la presenza di due simboli così araldicamente distanti tra loro. Vedremo nella versione definitiva.
Stemma di Rezzago
E’ stato approvato lo stemma del piccolo comune della vallassina già in uso da oltre un secolo. Per questo motivo non sono stati modificati gli oggetti e i colori dello stemma. C’è stato un restyling per rendere gli oggetti più araldicamente visivi.
Uno stemma gradevole, bilanciato e araldicamente corretto.
Lo stemma di Proserpio (CO)
Stasera in Consiglio Comunale presso la Scuola Primaria Rizzi del piccolo paese affacciato sulla piana erbese verrà discussa l’approvazione del nuovo stemma. Due le proposte e non ne verrano scelte altre.
L’orso derivato dal soprannome dato dagli abitanti di Proserpio e il grano che ricorda il passato agricolo. Il sindaco Elisabetta Fontana afferma: “si sono cercati altri appigli per decidere i simboli, ma non si sono trovati. Proserpio non ha monumenti storici ed importanti da poter stilizzare, non ha famiglie nobili da cui trarre spunto. Si è quindi deciso di puntare su questi elementi”.
Devo dire che sono gradevoli entrambi, anche se i simboli lasciano un po’ a desiderare. E’ possibile che non si fosse trovata nessuna altra alternativa oltre all’orso e alle spighe di grano?
Comunque, qualsiasi scelta verrà fatta, sarà il secondo comune nella provincia di Como che adotterà l’orso nel proprio stemma (l’altro comune trattasi di Tavernerio).
Im merito alla scelta stilistica, forse gradirei di più il partito, sia per i colori sia per la composizione. L’azzurro e il verde sono i colori della piana dell’erbese su cui giacciono immobili i laghi di mirabile bellezza di Alserio e di Pusiano.
Forse sarebbe stato utile inserire un simbolo a ricordo dell’aspetto montano del paese e non la solita mazzetta di spighe.
Avvisata la Guardia di Finanza per il Signor Cattaneo
Gentile Signor Cattaneo, lunedì mi sono presentato alla stazione della Guardia di Finanza in via Giacomo Medici a Como per presentare una memoria in merito alla mancata fatturazione di ben 10 mila e 400 euro pagati in contanti e mai contabilizzati da voi. Mi pareva di avervi chiesto più volte queste due fatture con scritti via fax, via email e a voce.
E’ passato un anno, mi avete staccato un assegno di 540 euro per la vendita di 30 libri (uno dovreste pagarmelo direttamente voi visto che l’ha regalato alla Biblioteca di Sondrio) e ancora non vedo segni delle due fatture.
Mi dispiace ma mi sono rivolto alla Guardia di Finanza. 10400 euro non sono un regalo che faccio a voi ma sono soldi che sono serviti alla pubblicazione del libro e che ho pagato col sudore dei miei sacrifici.
In attesa di un vostro riscontro. Cordialità
L’inaugurazione dello stemma di Ronago
Sabato 17 alle ore 11.00 si è svolta la consueta cerimonia della consegna del decreto di concessione dello stemma e del gonfalone di Ronago da parte del prefetto Sante Fratellizzi al sindaco Marco Grechi.
Una bella cerimonia, sobria senza fronzoli, a parte la discutibile esecuzione dell’inno di Italia da un cellulare. Almeno per questa volta è stato invitato il prete che ha benedetto la riproduzione dello stemma su un cartoncino A3, visto che il gonfalone non era ancora pronto. Infatti è stato svelato che era stato il prefetto ad anticipare i tempi di consegna in quanto ancora per poco avrebbe mantenuto la sua posizione per aver maturato gli anni di pensione. Un plauso al rappresentante del governo che ha voluto consegnare, lui stesso in persona, il decreto dello stemma di Ronago.
Ha parlato l’ex-sindaco Agostino Grisoni, di fatto il promotore di questo evento. Ha detto che Ronago ha uno stemma, magari il più brutto della Provincia (riprendendo quanto ho scritto nel blog), però adesso ha un’identità nella quale riconoscersi. Sono contento che mi abbia citato, vuol dire che il mio messaggio non è passato inosservato. “Abbiamo invitato anche chi ha definito lo stemma di Ronago brutto” ha proseguito l’ex sindaco. Su questo vorrei invece sollevare un’osservazione. Non so quanto sia veritiera questa frase, tuttavia mi ero fatto sentire prima io per chiedere lumi circa la cerimonia, probabilmente non mi avrebbero neanche considerato (ma chiudo subito la polemica già sterile sul nascere).
Infine, il professor Mascetti ha esposto tutto l’iter burocratico che ha portato al riconoscimento dello stemma. Ovviamente tutte le mie osservazioni scritte nel blog, sono state confutate e di questo, va bene, ne prendo atto. La discussione la potete trovare nell’articolo sullo stemma di Ronago, cliccando qui sotto sul rispettivo stemma. Non entro più nel merito prima di tirarmi dietro le ire degli amministratori che con soddisfazione hanno fatto di meglio ciò che era imposto dalla legge.
Potete trovare le immagini nel rispettivo link sotto la sezione foto.
Inaugurazione dello stemma e del gonfalone di Valmorea
Sabato 3 ottobre 2009, il prefetto di Como ha consegnato nelle mani del neo Sindaco, Mauro Simoncini, il nuovo decreto di riconoscimento dello stemma e del gonfalone di Valmorea. La cerimonia si è svolta all’interno del cortile di Villa Sassi con il gonfalone in bella vista, risaltato dalla magnifica cornice del parco.
E’ stata data parola alla precedente amministrazione, di fatto quella che ne ha concepito la sua esecuzione.
L’ex sindaco Manuela Pozzi, parlando dello stemma, ha voluto farsi perdonare di un peccato di vanità dicendo che il riconoscimento è costato lo stipendio di due mesi di uno stradino. Ora: senza nulla togliere allo stipendio del povero stradino, bisogna ricordarle che lo stemma e il relativo gonfalone sono degli obblighi di legge, pertanto, devono essere rispettati. Se avessero seguito i consigli di esperti di Araldica anziché affidare l’incarico al tanto blasonato quanto inutile Ufficio Sara Pagnini di Firenze, probabilmente si sarebbero rispariamiati tanti soldi. Questo sì, bisogna dirlo. Lo scudo elaborato, devo ammettere, è molto bello ma, a mio avviso, si sarebbe dovuto osare di più, considerato il fatto che Valmorea è formata da due anime spesso in contrasto tra loro. Dare un giusto peso a queste realtà anziché inserire un fiume d’acqua e le more (l’ha detto anche la Signora Pozzi che non ci sono più i gelsi) sarebbe stato storicamente più corretto.
Ricordo che proprio alla Signora Pozzi ho chiesto tantissime volte, fino alla pedanteria, di farmi vedere i documenti sul vecchio stemma. Non mi ha mai ricevuto; soltanto una gentile impiegata del comune, probabilmente per sfinimento, ha deciso di farmi vedere il vecchio stendardo presente nella sala consigliare da cui ho ripreso l’immagine inserita nel libro (tra l’altro razziata ed esposta in giro per tutto il comune).
Per vedere la presentazione del gonfalone (ma perché non è stato invitato il prete che lo avrebbe benedetto?) andate sotto la sezione foto, scegliete immagini di presentazione gonfaloni e poi scegliete il menu valmorea.