D’argento al torrione quadrato, coperto di rosso, murato di nero, visto di spigolo, col ponte levatoio abbassato e munito di catene e di travi di sostegno, di nero, accompagnato in capo dall’ascia di azzurro, posta in fascia, col taglio convesso rivolto verso il basso, manicata di nero.
Il 26 luglio 1983 il consiglio comunale, presieduto dal sindaco Ferdinando Mazara, decise di dotarsi di uno stemma. Le ricerche effettuate dallo Studio Araldico di Genova si concentrarono sin dall’inizio sul castello del quale non rimane traccia se non in alcuni resti del torrione d’entrata, che si possono osservare nel centro storico. Della possente struttura, non conoscendone le fattezze, si decise di rappresentare la parte centrale, la cui vista prospettica è stata ripresa da un’immagine che ricostruiva in modo ideale la fortificazione, partendo proprio dall’arco di ingresso; la presenza di evidenti scanalature ha fatto presupporre l’esistenza di un ponte levatoio. La seconda parte del toponimo si riferisce al parco di Villa Carcano. Per ricordare così i proprietari, è stata inserita l’ascia, oggetto caratteristico dello stemma della famiglia nobiliare. Molti storici asseriscono che un antenato di questa casata, difendendo Milano e combattendo contro Lotario, re degli Ungheri, che portava sul cimiero un cigno d’argento, lo colpì alla testa con la scure togliendogli la vittoria e la vita; da allora il cigno e l’ascia formano lo stemma dei Carcano. Con decreto del presidente della Repubblica del 29 settembre 1983 fu concesso lo stemma.