D’argento al ponte di un solo arco di rosso, murato di nero, sostenente una torre di azzurro merlata alla ghibellina. In punta un mare d’azzurro ondato d’argento e, nel cantone sinistro del capo, una spiga di grano e un ramoscello di lino posti in decusse.
Il piccolo borgo di Argegno, posizionato nel punto in cui la Valle d’Intelvi sbocca nel lago, alla foce del torrente Telo, è stato da sempre una località strategica e di una certa importanza per il controllo dei passaggi e dei traffici. Il rinvenimento di una lapide, sulla quale è inciso il nome del console Publio Cesio Archigene, testimonia con assoluta certezza la presenza dei Romani. Nello stemma, concesso con il decreto del 9 gennaio 1971, è raffigurato il ponte con la sua campata a sesto acuto, che unisce i due nuclei cittadini separati dal fiume. Databile tra il XII e il XIII secolo, il manufatto si erge sulle acque del Telo, rappresentate dal mare, termine araldico che indica la parte bassa dello stemma di colore azzurro con delle onde d’argento. La torre che si innalza dal ponte ricorda la vetusta roccaforte, facente parte di un sistema difensivo, collegata con quelle di Sala Comacina, Lezzeno e Nesso. Costruito nel 1270, il castello si colloca nel contesto medievale, durante le battaglie tra le famiglie Vittani e Rusca. Nella parte alta dello scudo, infine, sono raffigurati la spiga di grano e il ramoscello di lino, alcuni tra i prodotti agricoli di cui è ricco il comprensorio comunale.