D’azzurro a tre spighe di grano poste a ventaglio su di un monte all’italiana d’argento fondato sulla punta; il tutto sormontato da una colomba pure d’argento dal volo spiegato, tenente nel becco un ramoscello di ulivo di verde.
L’antico borgo di Maldino assunse il nuovo nome di Bene Lario come auspicio di una sorte migliore dopo che il paese fu abbandonato a causa dei numerosi smottamenti del terreno. Il Comune fu ricostruito cinquecento metri più in basso rispetto al nucleo originale. Della storia del paese, invero, si sapeva poco perché l’archivio comunale venne dato alle fiamme a seguito di un diverbio scaturito tra il parroco e la confraternita delle famiglie più potenti del luogo. Con questi pochi elementi venne disposto il progetto, realizzato con la consulenza dello Studio Araldico di Genova. Lo stemma, concesso il 15 dicembre 1981, dunque, si fonda sia sugli aspetti geografici sia sulle principali colture di sussistenza. Il monte all’italiana, la particolare figura araldica posta alla base dello stemma, rispecchia l’aspetto altimetrico; nelle spighe di grano si vuole ricordare la presenza di tale cereale, che è il maggior prodotto dell’agricoltura di Bene Lario. Il colore d’azzurro del fondo rievoca immediatamente le acque dei laghi di Piano e di Lugano. È stata inserita la colomba per simboleggiare non solo il nome del paese all’insegna di migliori auspici e di ben augurio, ma anche la pace e la tranquillità che regnano in questo luogo ancora oggi come nei secoli scorsi.