D’azzurro, alla torre di tre palchi, merlata alla guelfa, d’argento, murata di nero, il palco superiore merlato di tre, finestrato di uno, di nero, il palco mediano merlato di quattro, finestrato di due, di nero, il palco inferiore privo di merli, chiuso di nero, essa torre fondata sulla collina di verde, attraversante, la collina fondata in punta e uscente dai fianchi.
Binago, anticamente conosciuto con il nome di Binaco, sorge su una collina che i milanesi munirono di un fortilizio, al fine di contrastare l’avanzata di Como. Il castello fu espugnato nel 1121 quando i binaghesi asserragliati nel forte ne uscirono per soccorrere gli alleati di Vedano Olona, paese confinante. Nei secoli successivi la roccaforte divenne possesso dei Visconti e poi dei Castiglioni, fino a quando la Repubblica cisalpina tolse tutti i regimi feudali. Lo stemma risale al 1950, quando il sindaco Vittorio Rosa diede l’incarico allo Studio Araldico di Genova. Non poteva certamente mancare la figura del castello attorno al quale furono combattute le battaglie durante la sanguinosa lotta tra i milanesi e i comaschi. Il progetto ricevette il benestare dagli organi competenti ma passarono più di trent’anni prima che fosse concesso con un decreto legge il 22 aprile 1998. Lo stemma ricorda non solo il fortilizio possente, addirittura formato da tre palchi, ossia costruito su tre livelli, ma anche l’aspetto collinare del paese. L’abitato si sviluppò proprio su quel colle, espandendosi negli anni nella parte bassa, essenzialmente agricola.