Campo di cielo, al castello di argento, murato di nero, merlato alla ghibellina, le due torri di tre ciascuna, il fastigio di tre, le torri munite di forte marcapiano e finestrate con tre grandi finestre di nero, poste una, due, il corpo del castello chiuso con grande porta dello stesso, il merlo centrale del fastigio sostenente il fusto di nero, posto in palo, a guisa di albero di nave, con pennone dello stesso, esso pennone munito di vela anomala, di forma triangolare, di verde, con la punta accollante il fusto sopra il detto merlo centrale, esso castello fondato sulla pianura di azzurro, fluttuosa di argento.
Concesso il 22 maggio 2002, lo stemma di Brienno si ispira liberamente al blasone della famiglia Bianchi Velati e raffigura un poderoso castello per sottolineare la natura fortificata del piccolo borgo. La grossa vela al centro delle due torri, sostenuta da un pennone come se fosse l’albero maestro di una nave, testimonia non solo la famiglia più importante del paese ma anche la sua vocazione lacuale. La vela, infatti, ricorda quella dei comballi, unici mezzi di trasporto lungo il lago all’epoca. Tutta l’economia del paese si basava su questa forma di locomozione. I colori dominanti sono l’argento, il verde e l’azzurro, che richiamano rispettivamente la pietra, la montagna e il lago, elementi da cui Brienno è strettamente caratterizzato, ma rievocano anche l’atmosfera melanconica e suggestiva di certi paesaggi lacustri. Nel progetto originario si voleva anche inserire una montagna per ricordare quest’ultimo elemento importante del paese, ma la grande figura del castello non lasciava molto spazio al disegno e così si preferì dipingere la vela di comballo di colore verde. L’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri non approvò immediatamente lo stemma per quella vela descritta come anomala ma alla fine diede parere positivo alla sua concessione.