Trinciato, ad una banda curvata di azzurro caricata da tre stelle d’oro (8); il primo di rosso al sole d’oro; il secondo d’argento a tre monti di verde, quello centrale cimato di tre croci di nero poste a ventaglio, uscenti da un lago al naturale.
L’ingegnere Antonio Monti attorno agli anni Settanta del secolo Ottocento trovò casualmente, tra le carte di una famiglia del paese, un disegno che divenne lo stemma ufficiale di Brunate con la concessione del 19 febbraio 1971. Sebbene i tratti delle figure fossero grossolani e fatti a penna, si potevano riconoscere gli elementi importanti e distintivi del paese. I tre monti di verde rievocano la leggenda secondo la quale sul luogo in cui ora si trova il faro degli eremiti recitavano il santo rosario contemporaneamente. Le alture rappresentate dalle vette sono San Maurizio, il monte Goi e il monte Sant’Eutichio. Stando ad alcuni autori di storia, le tre croci furono piantate dalla beata Maddalena Albrici, badessa del monastero, perché al visitatore richiamassero «(…) il pensiero del Calvario». Nella banda curvata si ravvisa il significato dell’arcobaleno, fenomeno che si osserva di frequente a Brunate. Secondo un’altra interpretazione, l’elemento araldico potrebbe essere il simbolo della via Lattea in considerazione delle stelle che vi campeggiano. Rispetto alla città di Como, Brunate si trova proprio nel punto orientale da cui sorgerebbe l’alba, rappresentata dal sole; la figura stessa del sole potrebbe anche indicare il clima favorevole e salubre del paese. Il lago è ricordato nella parte bassa dello stemma.