D’azzurro, ai tre forni all’antica, a guisa di alveari, per la fusione del ferro, bene ordinati, d’oro, chiusi di nero, accompagnati da sette stelle di otto raggi d’oro, tre poste in capo e ordinate in fascia, la quarta posta fra i due forni superiori, la quinta e la sesta poste ai fianchi del forno inferiore, la settima posta in punta sotto detto forno.
Nel 2002, il 4 marzo, al paese di Canzo venne concesso l’utilizzo di un nuovo stemma. Il precedente, raffigurante i Corni di Canzo, non caratterizzava in modo specifico la storia del Comune, in considerazione anche delle accese dispute con il Comune di Valbrona sull’attribuzione territoriale di queste cime. Quello attuale fu trovato nella raccolta del Cremosano. L’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio però pretese che venisse dimostrata l’appartenenza al Comune. Secondo lo storico Andrea Borella, gli oggetti presenti nello scudo, inizialmente considerati degli alveari, in realtà erano dei forni. La tradizione vuole che in tutto il territorio di Canzo la lavorazione del ferro fosse la principale e fiorente attività. A testimonianza di ciò, resta un discreto numero di fabbri dediti allo stampaggio a caldo dei metalli e alla lavorazione delle forbici. Nonostante la convinzione storica sull’attribuzione dei significati delle figure, molte persone credono ancora che sullo stemma del paese vi siano raffigurati degli alveari. Le stelle indicano quasi certamente le comunità più importanti della Corte di Casale, a cui apparteneva Canzo.