Di rosso, al castello di argento, aperto di nero, torricellato di un pezzo centrale merlato alla guelfa, accollato da un’alabarda d’argento, manicata di legno e da uno spadone al naturale passanti, in croce di sant’Andrea.
Carbonate, uno dei tre paesi dell’ex Comune di Seprio, sentì l’esigenza di dotarsi di uno stemma come simbolo della propria identità quando si sciolse dagli altri due nuclei, diventando realtà autonoma nel 1953. Con delibera consigliare del 28 dicembre 1960, il commissario prefettizio di Carbonate, Vasco Bruttomesso, diede l’incarico allo Studio Araldico di Genova di predisporre un progetto di stemma per il nuovo Comune. Nella relazione storiografica inclusa nella documentazione, si fa riferimento alla battaglia del 979 in cui fu sconfitto Landolfo da Carcano in un luogo da alcuni studiosi menzionato come Campus Carbonariae, sebbene non vi sia certezza di dove si trovasse, nemmeno se si identificasse con il Comune di Carbonate. L’episodio è ricordato dall’alabarda e dallo spadone incrociati dietro il castello. Lo stemma del paese rievoca purtroppo un’altra triste battaglia, quella del 1510, quando Carbonate fu devastato, se non addirittura distrutto, dalle milizie svizzere del cardinale di Sion, inviate da papa Giulio II per cacciare i barbari di Italia. Lo stemma, concesso con decreto del presidente della Repubblica del 12 giugno 1962, fu dipinto all’entrata del municipio dal pittore Oscar Grottini.