Partito, nel primo, di azzurro, al castello di rosso, mattonato di nero, formato da due torri, merlate alla guelfa, la torre posta a destra più alta e più larga, merlata di quattro, chiusa di nero, finestrata dello stesso, la torre posta a sinistra merlata di tre, chiusa di nero, finestrata dello stesso, esse torri riunite dalla cortina di muro, priva di merli e finestrata di nero, esso castello sormontato dalla stella di otto raggi, d’oro, e sostenuta dal monte di verde, fondato in punta e caricato dalla fascia diminuita, di azzurro; nel secondo, di argento, al biscione visconteo, di azzurro, ondeggiante in palo e ingollante il fanciullo di carnagione, capelluto di nero, posto in fascia e in maestà, con le braccia aperte.
Diviso in due, lo stemma di Carimate, concesso il 26 aprile 1991, accoglie i simboli della propria storia e rende omaggio alla famiglia feudataria del paese. Nel fascicolo sullo stemma, depositato presso l’Archivio di Stato di Roma, è presente una dettagliata relazione storica in merito alle vicende dei Visconti, partendo da Luchino, signore di Milano, che fece ricostruire il castello. Si prosegue con la descrizione delle numerose battaglie e degli scontri che contrassegnarono il periodo bellico tra Milano e Como. Il simbolo dei Visconti è il biscione tra le cui fauci è trattenuto un bambino nudo con le braccia aperte. Nello stemma di Carimate non si sono voluti ricordare soltanto gli aspetti storici e nobiliari del proprio passato, ma anche gli elementi geografici che contraddistinguono il territorio. La collina sta a significare l’altura su cui poggia il paese dominando l’intera vallata. La fascia di azzurro rievoca la confluenza dei corsi d’acqua del Seveso e del Serenza ma anche l’importanza dell’acqua stessa che ha giocato un ruolo determinante nell’economia del paese, favorendo l’agricoltura, i trasporti e i mulini. La stella, infine, vuole ricordare tutti i personaggi famosi che hanno caratterizzato la storia di Carimate.