D’argento, al castello di rosso, torricellato di tre, merlato alla ghibellina, murato, chiuso e finestrato di nero, accostato da tre api d’azzurro, due in capo ed una in punta.
Nel 1929, quando il paese di Carugo era aggregato al Comune di Arosio, si iniziò a pensare a un emblema civico per rappresentare le due realtà. Soltanto dopo la riconquistata identità singola nel 1950, Carugo si dotò di uno stemma, ufficialmente concesso il 28 febbraio 1978, in cui è raffigurato il poderoso castello che in epoca medievale fu oggetto di fazioni sanguinose durante la guerra decennale tra Como e Milano. Nel 1222 il borgo di Carugo e il suo castello furono quasi completamente distrutti dai milanesi contro i ghibellini che, cacciati dalla loro città, avevano trovato rifugio proprio nel forte. Secondo alcuni studiosi, la roccaforte possedeva tre imponenti torrioni circolari, dall’alto dei quali era possibile spingere lo sguardo a ragguardevole distanza. Tutto quello che resta del castello sono i muri ancora visibili di una torre posta su di un rilievo al centro dell’abitato. Le tre api d’azzurro, a completamento dello stemma, poste nella parte alta e nella punta dello scudo, ricordano nel colore i corsi d’acqua del Seveso e del Terrò che lambiscono l’abitato, ma anche l’attività industriale fiorente sul territorio.