Troncato: nel primo, di rosso, all’aquila di nero, allumata di rosso, rostrata e armata d’oro; nel secondo, inquartato in decusse: nel primo, di azzurro, nel secondo, d’argento, alla parola CASTRUM, in lettere maiuscole di nero; nel terzo, d’argento, alla parola MARTIS, in lettere maiuscole di nero; nel quarto, di rosso.
Si ritiene che il nome del paese possa derivare dalle parole latine castrum martis, ben evidenziate nella parte inferiore dello stemma, concesso il 5 agosto 1991. Diverse altre etimologie furono cercate ma quella in latino è la più probabile. Castelmarte mostra con orgoglio la propria identità e il suo retaggio storico proprio nello scudo, raffigurandoli con i caratteri neri e maiuscoli. Il paese, secondo alcuni storici, era la capitale di quel territorio della Brianza conosciuto come Contado della Martesana; nessun altro Comune della Lombardia è strettamente legato al culto del dio Marte. Il tipico accampamento romano è ricordato dalle forme rigide e geometriche che delimitano la seconda parte dello stemma. Il triangolo azzurro, formato dall’intersezione di due linee incrociate, si riferisce al Lambro che lambisce il territorio comunale nella sottostante valle, denominata Ravella. L’aquila romana, raffigurata con forme fiere, il becco e gli artigli smaltati d’oro, richiama le gloriose origini ed è il simbolo di uno dei manufatti archeologici rinvenuti durante gli scavi. La si può vedere all’inizio del paese. Il volatile allude anche al paesaggio che si gode da questo Comune, un balcone aperto sul Piano d’Erba.