Partito semi-troncato; nel primo, di verde, alla torre d’argento, detta Torre di Teodolinda, quadrata, murata di nero, merlata di tre alla guelfa, munita di porta alzata rispetto al filo basamentale, di nero, finestrata di tre in palo, dello stesso, fondata sulla pianura di rosso, accompagnata da due spighe di grano, d’oro, una e una, nodrite nella pianura; nel secondo, di rosso, alla corona ferrea, vista in prospettiva, d’oro, con la lamina di ferro di nero, incastonata nell’interno, il cerchio ornato con pietre di azzurro e di rosso; nel terzo, di azzurro, alle tre stelle di otto raggi, d’oro, poste in banda.
Nel vecchio stemma era raffigurata soltanto una torre mentre in quello nuovo sono stati aggiunti altri elementi per rappresentare meglio il paese. Concesso dal presidente della Repubblica il 7 agosto 1992, lo stemma di Cerano d’Intelvi racchiude nel suo scudo la storia e gli elementi geografici del piccolo borgo. Nella prima parte dello stemma, la torre, che allude al nucleo del paese e alle sue case, fa riferimento proprio a quella meglio nota con il nome di Teodolinda, trasformata ormai nel campanile della chiesa di San Tommaso. Il manufatto in pietra di Moltrasio si trovava a difesa del territorio, essendo in posizione strategica tra i torrenti Ronco e Vercia accanto alla fonte sorgiva del Murtée. Per ricordare Teodolinda è stata inserita la famosa corona ferrea appartenuta alla regina, conservata nel duomo di Monza. Le spighe di grano sono un omaggio alla dea delle messi, Cerere, da cui il nome del paese prende origine, che proteggeva questa zona in cui frumento e granoturco erano sempre coltivati. Il fondo di verde è un chiaro riferimento alla Valle d’Intelvi con i suoi alpeggi. Con le tre stelle si vogliono ricordare le frazioni di Giuslino e Veglio e Cerano stessa.