Di rosso alla croce d’argento centrata, al motto LIBERTAS di nero in banda nel quarto cantone.
Risale al periodo dei Liberi Comuni lo stemma di Como, riconosciuto il 10 settembre 1936 sulla base dell’istanza approvata dal consiglio comunale, presieduto dal podestà Luigi Negretti, del 15 giugno 1934. La relazione storica che accompagna la documentazione necessaria per l’approvazione dello stemma fu redatta dal bibliotecario Carlo Volpati. Lo stemma era conforme alla Sovrana Patente del 7 novembre 1855, firmata dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. La croce è una delle più frequenti figure usate nell’araldica civica. La portano nei loro stemmi le città di Milano, Pavia, Lecco, Alessandria, Novara e molte altre minori. Riguardo agli smalti era consuetudine distinguere lo stemma di rosso con la croce d’argento per quelle città di parte ghibellina, mentre, al contrario, lo stemma di argento con la croce di rosso per le città di parte guelfa, a seconda del diverso atteggiamento più o meno accondiscendente nei confronti delle ingerenze politiche del papa. Lo storico Cesare Cantù per primo volle inserire nella parte inferiore dello stemma la parola LIBERTAS, perché così lo aveva visto in diversi libri storici ma soprattutto per differenziarlo dallo stemma dei Savoia, emblema di Stato.