Di rosso al fuso d’argento posto in palo.
Al momento attuale l’amministrazione comunale, non avendo ancora uno stemma, si sta adoperando per mettere in atto tutte le procedure affinché ne venga concesso uno ex novo. Nell’Archivio di Stato di Roma è stato rinvenuto un progetto precedente deliberato dal consiglio comunale presieduto dal sindaco Andrea Mazza il 7 luglio 1949. Il bozzetto, curato dalla stessa amministrazione e dallo Studio Araldico di Genova, prevedeva uno stemma di color rosso con al centro un fuso posto in palo, ossia messo in verticale. Le motivazioni, descritte nella delibera, sono: «(…) non avendo avuto notizie storiche su cui basare analogo progetto araldico, questi trae origine dalle numerose industrie per la filatura della lana e della seta dalle quali le maestranze operaie traggono cespite di benessere». Lo stemma dunque ricorda la storia e l’economia del piccolo paese a ridosso del monte Bregagno. La famiglia Marchetti ebbe il merito di importarvi l’industria serica, costruendo anche una piccola centrale elettrica che per anni alimentò tutta la zona fino a Gravedona. Sarebbe opportuno rivedere lo stemma aggiungendo elementi caratteristici di Cremia.