Di rosso, alla croce d’argento, accantonata nel primo da un coltello posto in palo; nel secondo da un pastorale; nel terzo dalle lettere maiuscole CO sormontate dal segno di abbreviazione; nel quarto dalle lettere maiuscole DO sormontate pure dal segno di abbreviazione. Il tutto d’argento.
Non ancora formalmente concesso, lo stemma del Comune fa parte della storia del paese ed è così radicato da essere effigiato anche sulla lapide del monumento ai caduti. Nonostante siano presenti diverse raffigurazioni dello stemma, i simboli sono sempre gli stessi e si riferiscono alla tradizione culturale di Domaso. L’emblema deriva direttamente da un affresco del secolo XVII dipinto su un palazzo adibito alle truppe spagnole residenti al forte di Fuentes, nel Pian di Spagna. La figura principale è la croce d’argento della città dominante, cioè Como. Nell’antica diocesi comasca vi sono analoghi casi in cui lo stemma del capoluogo è stato ripreso ma modificato parzialmente per differenziarlo da quello originario. Esempi simili si riscontrano negli stemmi di Lugano, Mendrisio e Bormio. La devozione a san Bartolomeo, patrono del paese, è testimoniata dal coltello d’argento con il quale il santo fu martirizzato mediante scorticamento e dalla figura del bastone prepositurale conservato nella chiesa Collegiata di Domaso, simbolo del cammino intrapreso per evangelizzare i popoli del vicino e lontano Oriente. A conferma dell’appartenenza alla comunità di Domaso sono state inserite le iniziali del paese con il segno di abbreviazione.