Partito: d’argento alla croce di rosso (di Milano); nel secondo, di azzurro alla torre d’argento murata, chiusa di nero, merlata alla ghibellina di quattro, fondata su campagna di verde e sormontata da un’àncora di nero, cordata d’oro.
La versione definitiva dell’insegna di Erba deriva dal progetto araldico redatto dall’architetto Achille Majnoni. Nello stemma troviamo riassunti due fra i più importanti avvenimenti della millenaria storia della città: l’unione dei Comuni di Erba e Incino avvenuta nel 1906; e la battaglia di Tassera del 9 agosto 1160, nella quale Erba diede un contributo decisivo alla vittoria di Milano contro l’imperatore Federico Barbarossa e ne ricevette in cambio l’onore di fregiarsi dello stesso stemma del capoluogo lombardo. Lo scudo rossocrociato dunque è il simbolo di Erba, nessun altro Comune della provincia di Como ha questo privilegio. Per quanto riguarda la seconda parte, l’emblema di Incino è riprodotto con alcune lievi differenze nello stemmario del Cremosano. La torre vuole ricordare anche gli altri cinque ex Comuni che si sono aggregati, formando l’attuale città: Arcellasco, Buccinigo, Cassina Mariaga, Crevenna e Parravicino. L’àncora potrebbe essere, secondo l’interpretazione dell’architetto Majnoni, il rampone a tre o quattro punte, una specie di amo da pesca usato ancora oggi, ed è una chiara allusione alla zona paludosa di Incino. Il verde richiama il Piano d’Erba.