Di rosso, alla catena montuosa di tre vette, d’oro, fondate sulla campagna d’azzurro, e caricata da tre faggi di verde, nodriti sulla campagna; esse vette sormontate da tre stelle di cinque raggi, di argento, poste una, due.
Disegnato dall’ingegnere Camillo Silo, nominato commissario della nuova amministrazione comunale di Faggeto Lario riconosciuta con il decreto del 29 marzo 1928, a seguito dell’unione dei centri di Palanzo, Lemna e Molina, lo stemma attuale, concesso il 14 gennaio 1989, vuole commemorare il giorno dell’unificazione. Dalla cronaca di quella giornata, riportata sul giornale La Provincia di Como, si scopre che tre faggi furono piantati dapprima nel territorio di Molina; la piantumazione di altrettanti faggi fu eseguita negli altri centri abitati di Lemna e Palanzo. Lo stemma, alludendo al nome del paese, ricorda dunque quella particolare cerimonia altamente simbolica per il nuovo Comune e il riconoscimento della frazione Riva, raffigurata visivamente nella parte inferiore dello scudo. Le stelle sono espressione dei nuclei primitivi dalla cui fusione è nato il Comune di Faggeto Lario, mentre le tre vette rappresentano le montagne che sovrastano il paese: il Palanzone, il Pizzo dell’Asino e il Bollettone. Nelle intenzioni originarie dell’ingegnere, lo stemma doveva essere accompagnato dai famosi versi di Virgilio, ripresi dalle Bucoliche, sub tegmine fagi, ma la proposta fu scartata perché lo scudo era già pieno.