[Inquartato; nda] nel primo, di azzurro, al ramoscello di castagno, posto in sbarra, fogliato di sette, quattro foglie a destra, tre a sinistra, di verde, fruttato di tre ricci, uno a destra, due a sinistra, d’oro; nel secondo, trinciato di rosso e d’argento; nel terzo, trinciato d’oro e di azzurro; nel quarto, di azzurro, alla vacca d’oro, ferma sulla pianura di verde.
Nel vecchio stemma di Garzeno, elaborato dallo Studio Araldico di Genova, era raffigurata la montagna innevata del Pizzo Gino e una crocetta di rosso in un angolo per ricordare che il paese faceva parte del territorio delle Tre Pievi altolariane. Vi era inoltre disegnato il campanile, tuttora esistente, che affianca la chiesa di Garzeno. Lo stemma, con molteplici oggetti, era complesso per cui non fu accolto dall’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Furono presi in considerazione invece elementi più immediati quali il ramoscello di castagno contenente tre ricci d’oro e la vacca dello stesso colore, ferma su una pianura di verde. Le partizioni colorate presenti nello scudo hanno una semplice valenza araldica, in pratica servono ad abbellire lo stemma. I colori ricordano facilmente la storia e la geografia del paese. L’argento e il rosso il territorio delle Tre Pievi, l’oro e l’azzurro la famiglia Malacrida, che ebbe in feudo il territorio, ma anche il lago e la preziosità delle montagne che circondano il paese. Lo stemma di Garzeno, concesso con il decreto del 2 ottobre 1989, costituisce sicuramente una piacevole diversità rispetto agli altri del comprensorio dell’Altolario.