Di rosso all’albero sradicato al naturale, addestrato da una spiga di grano d’oro.
La prima richiesta di concessione dello stemma, risalente al 1° marzo 1943, firmata dal sindaco Luca Olgiati, non fu accettata dagli organi competenti, forse per l’esiguità dei simboli raffigurati nello scudo. Con la seconda domanda, invece, del 22 dicembre 1972, fu riproposto lo stesso stemma elaborato dallo Studio Araldico di Genova. Quest’istanza fu accolta, così lo stemma veniva concesso con decreto del presidente della Repubblica il 24 luglio 1973. I due simboli raffigurati possono essere adatti per qualsiasi realtà comunale e non tengono conto in alcun modo della storia. Si poteva prendere spunto ad esempio dall’uccisione di Beltramo Brocco nella guerra decennale, raccontata nel famoso Liber dell’Anonimo Cumano. Oppure ricordare il curioso appellativo riservato agli abitanti, conosciuti come i mangiacuscienza, riferendosi al triste avvenimento in cui dei ladri uccisero la piccola cagnetta Coscienza del parroco Pietro Mozzanica. Nello stemma sono semplicemente raffigurati un albero sradicato, cioè con le radici bene in mostra, e una spiga di grano. Questi due simboli testimoniano le ricchezze agricole e la coltivazione del baco da seta presenti nel territorio di Guanzate.