Di rosso, ai due scettri d’oro, gigliati, posti in decusse.
Si perde nell’oblio della storia lo stemma di Limido Comasco. Per questo motivo, all’inizio degli anni Ottanta, furono esperite diverse ricerche negli Archivi di Stato di Milano, di Como, nei fondi dell’Ufficio di Gabinetto della Prefettura di Como e nella Biblioteca di Como, ma non furono trovati documenti. Il 27 ottobre 1986 il Comune deliberò così di approvare con il voto unanime del consiglio comunale, guidato dal sindaco cavaliere Angelo Uboldi, lo stemma che da diversi decenni veniva usato dall’amministrazione. L’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri si espresse con parere favorevole senza richiedere motivazioni storiche. Lo stemma, concesso con decreto del presidente della Repubblica il 4 giugno 1987, sembra che accolga nel proprio scudo l’insegna della famiglia Torriani. A testimonianza di ciò, nella relazione storiografica si accenna a Raimondo, Napoleone e Francesco, figli di Pagano della Torre, altro nome della famiglia, che, secondo alcuni storici, possedevano beni in questo paese. La parola Limido potrebbe riferirsi all’ultimo paese, oltre il quale vi era il confine del Contado del Seprio, che era sotto la giurisdizione dei Visconti, acerrimi nemici dei Torriani; gli scettri gigliati, concessione del re di Francia, ne sono il simbolo.