Tagliato; nel primo di rosso alla croce del calvario, diminuita, accompagnata dalla scritta “libertas”, in carattere capitale di nero, posta in sbarra nel cantone sinistro del capo; nel secondo, d’argento alla torre quadrata di rosso e d’argento, a fasce alternate, le fasce di rosso, ridotte, con la merlatura di rosso, alla guelfa, di sette merli ogni lato, la torre posta di spigolo e in prospettiva, fondata sulla collina di verde, solcata questa dal fiume d’azzurro posto in sbarra.
Nel 1952 l’amministrazione di Lipomo si adoperò per un primo progetto di stemma affidandosi allo Studio Araldico di Genova, che propose uno scudo in cui degli elementi generici potevano riferirsi a qualsiasi altro Comune. Questo progetto non fu preso in considerazione. Quello ufficialmente concesso con il decreto del 12 giugno 1984 risale agli anni Settanta. Nella delibera di giunta del 13 aprile 1972 si possono leggere le motivazioni del nuovo stemma: «(…) il progetto ripercorre la storia del paese e vuole rendere omaggio alla città di Como, della quale Lipomo risultò sempre un fedele alleato». Nella particolare partizione del tagliato, cioè uno scudo diviso in due da una linea diagonale, si trova lo stemma della città di Como con la croce d’argento su fondo rosso. La scritta LIBERTAS è stata spostata per favorirne la lettura. Nella parte inferiore è raffigurato il rio Valbasca nelle cui vicinanze vennero trovati i primi insediamenti abitativi. Infine la tipica torre De Herra, famiglia che fu proprietaria praticamente di tutto il paese dalla fine del XVII secolo. La particolarità della costruzione è l’inconfondibile alternanza di strisce rosse e bianche. L’altura del paese è data dalla collina di verde su cui sorge il Comune.