Di azzurro, al leone d’argento, attraversante con la parte superiore del corpo la sbarra, abbassata e diminuita, di rosso, accompagnato nel cantone destro del capo dal sole di rosso, munito di otto raggi acuti alternati da otto raggi ondeggianti, d’oro.
Lo stemma è diventato l’emblema di Luisago con regolare decreto di concessione del presidente della Repubblica del 17 novembre 1992. Il progetto, affidato allo Studio Araldico di Genova, è stato accolto dal consiglio comunale senza però aver chiarito il significato dei simboli presenti nello scudo. Lo stemma, ritrovato in un volume della collezione seicentesca Bonacina, conservato dalla seconda metà dell’Ottocento nell’Archivio Vallardi di Milano, apparentemente non sembra legato alla storia del piccolo Comune. I Bonacina erano dei creatori e inventori di stemmi che poi vendevano a famiglie che, non possedendone uno tradizionale, si rivolgevano a loro nella certezza che qualche antica arma sarebbe stata comunque reperita. L’origine di questo stemma è, dunque, perlomeno dubbia e andrebbe verificata la sua autenticità. Il leone rampante, in piedi, con le zampe anteriori alzate, potrebbe riferirsi all’emblema di qualche famiglia nobiliare. Il sole, insolitamente raffigurato con due colori, il rosso e l’oro, rappresenta grandezza, aspirazione verso nobili ideali. La sbarra di rosso, il collegamento tra le due frazioni di Portichetto e di Luisago.