D’argento alla banda d’azzurro. Sul tutto un castello di rosso, murato di nero, torricellato di un pezzo centrale, merlato alla guelfa, chiuso e finestrato di cinque.
Non è certa l’origine dell’arma civica di Merone, ma l’uso pacifico da almeno cento anni con cui l’amministrazione comunale si fregiava del simbolo, stampandolo anche sulla carta intestata, doveva essere un motivo più che sufficiente affinché venisse riconosciuto come emblema del paese. Nel 1941, il podestà Carlo Gaffuri inoltrò al re e al capo di governo la domanda di concessione ma venne richiesta l’attestazione storica dello stemma. Nel 1966 fu incaricato lo Studio Araldico di Genova perché si potessero esperire le diligenti ricerche per poter scoprire l’origine dello stemma. Non furono trovate tracce negli Archivi di Stato di Milano e di Como, nemmeno nello stemmario del Cremosano o nella raccolta Bonacina nell’Archivio Vallardi di Milano. Lo stemma fu però concesso con il decreto dell’8 settembre 1967 a seguito di una relazione storica sul castello di Merone, distrutto durante le aspre e violente battaglie tra i Torriani e i Visconti. Della roccaforte rimane traccia soltanto in una torre trasformata in un’abitazione privata. La banda d’azzurro rievoca il Lambro che scorre nel territorio ed è anche simbolo del lago di Pusiano le cui acque lambiscono il Comune.