Di rosso a tre castelli d’argento fondati di verde, merlati alla guelfa, torricellati di due pezzi laterali, aperti e finestrati, murati di nero, posti due in capo ed uno in punta, quest’ultimo fiancheggiato da due api montanti d’oro.
Ci furono diverse discussioni prima di approvare nella sua versione definitiva lo stemma di Olgiate Comasco così come è raffigurato nel decreto di concessione del 3 agosto 1970. Il problema consisteva nel verificare l’esatta attribuzione dello stemma alla comunità olgiatese. L’emblema, ritrovato nello stemmario del Cremosano, era riferibile alla famiglia Castelli, pertanto non poteva essere adottato dal Comune. Tuttavia l’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri non bocciò completamente il progetto. Propose di aggiungere allo stemma altri elementi che, in qualche modo, avrebbero spezzato il legame di appartenenza a questa famiglia. I successivi bozzetti peccarono di scarsa fantasia e non presentarono differenze sostanziali con il disegno originale. Addirittura c’era chi voleva mettere al centro dello scudo la parola Olgiate Comasco. Il 14 maggio 1969, nell’assemblea presieduta dal sindaco Lanfranco Bianchi, venne proposto di aggiungere allo stemma delle tre torri, così affettuosamente soprannominato, due api d’oro che simboleggiavano l’operosa volontà dei suoi cittadini. A ciascuna delle tre torri fu caricata una sottile striscia di verde per evocare l’altura e le dolci colline moreniche del suo territorio.