Campo di cielo, alla chiesa in prospettiva, addestrata da un campanile, tegolata di rosso; la facciata aperta e finestrata da un rosone; il fianco aperto ai tre archi e finestrato di tre. Capo d’azzurro caricato da due chiavi poste in croce di sant’Andrea, una d’oro, l’altra d’argento.
I simboli presenti nello stemma di Oltrona di San Mamette sono riferibili alla storia del paese e alla sua geografia. Nel Medioevo il territorio fu donato a favore dei monaci benedettini di San Simpliciano di Milano, passando direttamente alle dipendenze dell’abate di Lurate, residente a Castello, frazione di Lurate Caccivio. Il simbolo principale dello stemma è la chiesetta, attorno a cui gravita tutta la storia del paese. Costruita sul luogo dell’antichissimo torrione che il Barbarossa aveva edificato nel 1160, era in realtà un cenobio, una specie di cimitero, nel quale venivano sepolti i resti dei monaci di diversi monasteri. Nell’anno 1389, dopo che il feudo fu estromesso dai Visconti con un atto di forza condotto dal milite Bertetto, papa Urbano VI, mediante bolla papale, restituì le terre ai monaci benedettini residenti. Nella parte superiore dello scudo, le chiavi d’oro e d’argento incrociate, simbolo della Chiesa, ricordano la particolare concessione papale. L’altura su cui è adagiato il paese è rappresentata dal piccolo colle raffigurato nella parte inferiore. Lo stemma fu riconosciuto con il decreto del presidente della Repubblica del 18 giugno 1962.