D’azzurro, alle due spade, d’argento, guarnite d’oro, decussate, la spada in sbarra attraversante, esse spade sormontate dalla mitra d’argento, con bordature e ricami d’oro, munite delle due infule, ondeggianti in fascia, d’argento, frangiate d’oro.
Lo Studio Araldico di Genova, dopo aver predisposto una dettagliata relazione storica sulla quale basare il progetto dello stemma di Orsenigo, decise di inserire le spade per le vicende legate alla famosa battaglia del 1160 combattuta tra Tassera e Orsenigo. Il Barbarossa fu costretto a indietreggiare, trovando dapprima rifugio nel castello di Montorfano per poi retrocedere sempre di più. Anche agli abitanti di Orsenigo, come a quelli di Erba, furono concessi certi privilegi tra cui quello di portare il vessillo della croce rossa su fondo d’argento, emblema della città di Milano. In un verso della bellissima poesia dialettale di Alberto Airoldi, podestà di Erba nel periodo mussoliniano, si legge: Cros rossa in bianch, ol stemma di Ambrosian, / ga partocca a Orsenigh col benefizzi, / par la soa gent, da vess tucc da Milan / e fà legna in Comun senza pendizzi. L’altro oggetto presente nella parte superiore dello stemma è la mitra, simbolo della dignità vescovile dei santi patroni del paese. San Martino per Orsenigo e san Biagio per la piccola frazione annessa di Parzano. Lo stemma fu concesso con il decreto del presidente della Repubblica il 19 novembre 1999.