Scaccato di verde e di rosso.
Curiosa la motivazione di uno stemma tanto astratto quanto semplice come quello di Pellio Intelvi. La versione attuale è data dalla trasformazione di uno precedente studiato dall’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, basato sulla descrizione del paese ritrovata nel poderoso dizionario Corografia d’Italia di Massimo Fabi. Si legge, infatti, che: «Pellio Intelvi nel suo territorio trovasi nel ceppo calcare, certa qualità d’antracite che tramanda uno stillicidio, il quale, raccolto, viene da molti adoperato per inchiostro ed alcuni vogliono che quel liquido valga l’inchiostro di china». Per l’inconfondibile peculiarità del territorio di Pellio fu proposto uno stemma scaccato di verde e di nero. Il colore nero, poco contrastante con il verde dello scaccato, fu trasformato in colore rosso. Il consiglio comunale adottò lo stemma proposto dagli organi centrali del governo tralasciando il progetto studiato dallo Studio Araldico di Genova e venne concesso con il decreto del 14 aprile 1956. Nell’Archivio di Stato di Roma è presente uno stemma in cui vengono raffigurati una cazzuola e un filo da piombo per indicare la tradizione artistica della popolazione, ma questo progetto non fu mai valutato.