Troncato; nel primo d’oro all’aquila di nero, poggiata sulla trangla rossa di troncatura, sulla quale trovansi caricate le lettere d’oro in carattere greco antico, formanti la parola PLESIOS; nel secondo partito: nel primo di verde alla tunica d’argento; nel secondo bandato d’azzurro e d’argento.
Il particolare stemma di Plesio, murato sulla abitazione sede della confraternita del Santissimo Sacramento, istituita nel 1600, fu concesso il 18 dicembre 1951. Il sindaco Giuseppe Carimati chiese il riconoscimento dello stemma per rispondere alle aspirazioni che nutre questa popolazione da lunghi anni. Lo stemma originale fu adattato alle esigenze dell’araldica civica, così vennero tolti l’elmo sormontante lo scudo e la conchiglia, simbolo dei pellegrini, che, passando da Peglio, dovevano varcare il Sasso Rancio, tappa obbligatoria lungo la via Regina. Fu aggiunta anche la scritta PLESIOS, verosimile etimologia greca del paese. Nello stemma dunque troviamo l’aquila dominatrice dei monti, simbolo anche delle origini romane del territorio. Secondo la relazione storica allegata al progetto, la cotta d’argento allude alla veste dei monaci cistercensi che nel 1169 ripararono a Plesio sospinti dalla soldataglia del Barbarossa e vi edificarono un convento. Le bande nell’ultima parte dello scudo potrebbero avere una semplice e pura valenza araldica, oppure rappresentare le acque del Lario. Per la loro disposizione alluderebbero anche all’ascesa dei monaci che dovettero salire fino a Plesio.