Partito; il primo d’azzurro, alla torre di due palchi, d’oro, murata di nero, merlata alla guelfa; il palco superiore di tre, l’inferiore di quattro; ogni palco finestrato di uno, di nero; essa torre chiusa dello stesso; il secondo d’argento al castagno sradicato al naturale.
Nella relazione storiografica allegata al fascicolo dello stemma sono descritte le motivazioni degli oggetti presenti nell’emblema di Rezzago. Il primo elemento ricorda la rocca medievale di cui ancora oggi si scorge il torrione e della cui storia non rimane alcuna testimonianza. Il castello di Rezzago aveva probabilmente la stessa funzione di difesa di tutte le torri della Vallassina, poste a proteggere la vallata dalle incursioni barbariche che sopraggiungevano dal nord e dal lago. L’albero, nella seconda parte dello stemma, è un castagno. La zona infatti veniva chiamata i poggi di Rezzago e vi era una grossa produzione di legname. Per quanto riguarda il colore azzurro e argento del fondo dello scudo non viene data una spiegazione. Il vecchio stemma del 1951 non fu mai approvato per errori formali commessi dall’allora podestà del paese che non aveva provveduto a inoltrare regolare delibera di consiglio comunale. La domanda si era persa tra le pieghe della burocrazia e venne dimenticata nel fascicolo depositato nell’Archivio di Stato di Roma. Soltanto con l’amministrazione del sindaco Dino Binda, dopo aver apportato lievi modifiche, il vecchio stemma fu approvato e concesso con il decreto del 9 aprile 2008.