Di rosso alla torre d’argento, merlata alla guelfa di quattro pezzi, aperta del campo, ed accompagnata sotto da tre ruote d’oro di cinque raggi poste 2, 1.
Non avendo storia propria su cui basare il progetto dello stemma di Rodero, nella richiesta di concessione del 10 ottobre 1952, il Comune propose di rappresentare un torrione di rosso a ricordo della fortificazione medievale, di cui ancora si scorgono le tracce sulla vetta della collina di San Maffeo. Alla base della torre si voleva inoltre aggiungere un baco da seta, per ricordare l’attività della bachicoltura, che portò ricchezza agli abitanti. Questa figura avrebbe altresì rievocato le numerose colture di gelso presenti sul territorio. Il progetto fu respinto con opinabili giustificazioni dall’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per quanto riguarda la Torre di San Maffeo, non vi era alcun riferimento storico di particolare importanza che potesse motivarne la presenza nello stemma; sempre secondo il parere ingeneroso dell’Ufficio, il baco da seta non poteva essere assunto a simbolo, in quanto elemento non appropriato in araldica. Sulla base dell’etimologia del toponimo, furono inserite delle ruote, dando un’interpretazione parlante richiamata dal nome Rodero, che in dialetto viene pronunciato roda, una parola che rimanda immediatamente al termine ruota. Questa nuova versione dello stemma fu concessa il 25 agosto 1953.