D’argento al portale di rosso, tegolato dello stesso, mattonato di nero, aperto con arco a tutto sesto, del campo fondato sulla pianura di verde.
Nel 1516, quando gli Svizzeri sottrassero al Ducato di Milano il territorio dell’attuale Canton Ticino, il valico ronaghese di Chiasso Maggiore divenne una delle vie privilegiate del contrabbando del grano dall’alta pianura lombarda verso Lugano. Per la sua posizione, Ronago ebbe un ruolo speciale nel corso dell’Ottocento, dopo che il Canton Ticino divenne indipendente. Infatti nel Comune di Ronago, a pochi passi dal confine, laddove sbocca sulla piana elvetica la valle dello storico Chiasso Maggiore, fuori del portone della corte rurale fortificata di Campersico, di notte quando era chiuso, venivano esposti i bambini portati da passatori, con il proposito di farli raccogliere e ricoverare all’ospizio di Como. Sempre la via di Ronago continuò a essere una porta diretta da e per la Svizzera, utilizzata durante il Risorgimento dai carbonari milanesi che si davano convegno a Chiasso e a Lugano per cospirare contro il governo austriaco. Anche nel corso della seconda guerra mondiale i valichi e i sentieri confinali di Ronago furono via di salvezza per i profughi ebrei. Sotto il portale è raffigurata una pianura di verde, così che nell’insieme vi sia un richiamo dei colori della bandiera nazionale, che sempre sventola presso i due valichi che collegano Ronago con Chiasso. Lo stemma fu concesso con il decreto del presidente della Repubblica del 25 marzo 2006.