Semi-troncato partito; al primo d’oro al castello di rosso aperto e finestrato del campo attraversante su un albero al naturale; al secondo di verde alla croce d’argento; al terzo d’oro a sei bande d’azzurro.
Il composito stemma di San Fedele, approvato con delibera di consiglio comunale del 1° giugno 1955, riprende quello antico usato dal Comune da imprecisata data. L’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri non accolse la domanda perché mancavano i documenti che attestassero l’appartenenza dello stemma al paese. Il 31 gennaio 1957 il sindaco Giovan Battista Carminati rispose che era impossibile fornire la documentazione storica richiesta, ribadendo che lo stemma, da sempre usato dal Comune e inciso sul timbro comunale, era stato rintracciato nell’archivio comunale. Il 22 febbraio la richiesta di concessione fu rigettata nuovamente. Il primo cittadino così si rivolse a un amico, il direttore generale dell’Assicuratrice Italiana, profondo conoscitore di araldica, per chiedergli un parere. L’avvocato Carlo Pezzati, il 2 settembre, rispose con la seguente lettera: «(…) nel primo diviso, una forte comunità alpigiana (simboleggiata dal castello) che vive libera nella natura (simboleggiata dall’albero) nel segno della fede espressa dalla croce. Nel secondo diviso, si alternano simboli di dignità e di abbondanza». La motivazione fu recepita come soddisfacente, così al Comune venne concesso, mediante decreto dell’8 novembre 1957, l’uso dello stemma attuale.