Partito di rosso e d’argento, al castello dell’uno nell’altro, merlato alla guelfa, aperto e finestrato di nero.
Lo stemma attuale fu proposto dal sindaco Egidio Pelanconi, su progetto dello Studio Araldico di Genova. Il castello, di cui non rimane alcuna traccia, era costruito a difesa dell’abitato per tenere sotto controllo la piana circostante. La parte del paese, vicina al cimitero, dove si immagina fosse ubicato, fa supporre che gli abitanti medioevali temessero l’arrivo di nemici dalla vallata sottostante, cioè dalla località meglio conosciuta con il nome Bassone, dove correva la vecchia strada lungo il Seveso, da Milano fino a risalire proprio nel nucleo storico del paese. I colori di rosso e di argento sono un omaggio all’arma civica del capoluogo. Senna Comasco, infatti, per tutto il resto della sua storia, a parte un breve periodo in cui fu un libero Comune, dipese dalla città di Como. La peculiarità dello stemma, che non contiene altri elementi se non il castello, occupante la maggior parte dello scudo, sta proprio nei colori della figura principale. Gli stessi smalti ma invertiti sono raffigurati nel fondo dello scudo. L’espressione araldica dell’uno nell’altro nella descrizione dello stemma, come riportato sul decreto di concessione del presidente della Repubblica del 23 febbraio 1952, esprime questo concetto.