Fasciato di azzurro e di argento, al capo di argento, caricato dal leone illeopardito, di azzurro, tenente con la zampa anteriore destra il castello, di rosso, le due torri merlate alla guelfa di tre, chiuso e finestrato di nero; esso leone coronato all’antica di azzurro, linguato di rosso, sostenuto dalla linea di partizione.
Lo stemma di Sormano, approvato di recente, da sempre si identifica con l’arma dei Sormani, feudatari del piccolo paese e probabilmente vassalli dell’arcivescovo di Milano, sant’Ambrogio. La figura attuale dello stemma è simile a quella incisa sulla lastra in serizzo all’ingresso della cinta muraria che circonda il luogo dove sorgeva il vecchio castello. A sua volta è ripresa dal simbolo scolpito sulla lapide tombale, conservata nella chiesetta gentilizia di Pomelasca, frazione di Inverigo, di Taddeo da Sormano, giureconsulto collegiato e decurione di Milano, morto nel 1500. Diverse altre raffigurazioni dello stemma sono presenti nei vari codici araldici medievali, tra cui il Carpani e il Trivulziano. Il leone tenente con la zampa anteriore un castello ricorda la concessione del feudo da parte dei duchi di Milano. Le fasce di azzurro e di argento sono riprese dallo stemma della Vallassina. Lo stemma fu usato dal Comune dagli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, quando il sindaco Ermanno Carboni riuscì a ottenere il permesso al suo utilizzo dagli stessi conti Sormani. L’8 dicembre 2007 fu concesso con un decreto ufficiale.