D’azzurro, al ciclamoro accostato a destra e a sinistra dalle lettere T e O d’argento, accompagnate in capo e in punta dai segni di abbreviazione; ai due ramoscelli di verde fondati in punta.
Lo stemma qui riprodotto, secondo una personale interpretazione di chi scrive, è l’emblema della comunità di Torno, risalente addirittura ai tempi dei Liberi Comuni. Lo si può trovare scolpito in pietra sulla chiesa parrocchiale di Santa Tecla. Il ciclamoro, termine araldico per indicare un cerchio d’oro, è lo spesso anello al quale vengono attaccate le imbarcazioni. La sua raffigurazione su fondo d’azzurro, per ricordare il cielo e il lago, è un segno agalmonico o parlante, richiamando alla mente un anello che non ha un inizio e una fine, alludente al nome del paese. La composizione dello stemma, usato nella sua forma attuale dall’amministrazione comunale, in realtà è il disegno stilizzato del timbro apposto sulla ceralacca sigillante una lettera del 1567 scritta da uno dei sindaci di Torno e indirizzata ai Deputati della Sanità, conservata presso l’Archivio di Stato di Milano, nella sezione storica dei Comuni, con la quale si informava che nel paese non vi erano stati casi di peste. Le lettere T e O sormontate e sottolineate da segni diacritici, cioè di abbreviazione, sono state aggiunte per rimarcare l’appartenenza al Comune di Torno. I ramoscelli di alloro sotto il ciclamoro ricordano le numerose vittorie dei tornaschi.