
Troncato semi-partito; nel primo d’azzurro al castello di rosso, fondato sulla collina di verde, aperto e finestrato di quattro del campo, merlato alla ghibellina, murato di nero: nel secondo, d’argento alla croce scorciata di rosso; nel terzo d’oro all’àncora con la trabe di rosso.
Proposto da Carletto Genovese
Il piccolo paese di Trezzone non ha ancora uno stemma ufficiale. Quello proposto vuole ricordare la storia, gli aspetti geografici e l’etimologia del nome. Nella parte alta il castello di rosso formato da due torri, con il portone e le finestre aperti, cioè che lasciano intravvedere il colore del fondo, è il simbolo principale dei Vicedomini, feudatari di tutta la bassa Valtellina a cui era assoggettato pure il territorio di Trezzone. Il castello in araldica ha anche il preciso significato di nucleo abitato e allude al borgo stesso del paese. L’azzurro si riferisce al lago di Como, anche se Trezzone non vi si affaccia direttamente perché una piccola striscia di terra del paese confinante Gera Lario gli preclude l’accesso. La collina di verde allude al profilo altimetrico di Trezzone. Nella parte inferiore la piccola croce di rosso ricorda che il paese faceva parte della pieve di Sorico. L’àncora nell’ultima parte dello stemma, oggetto ripreso direttamente dall’emblema dei Vicedomini di Como, è l’elemento caratteristico proprio per indicarne la provenienza. L’oggetto ben si presta a ricordare anche l’etimologia del nome del Comune, che pare derivi da treb, cioè trave, tronco d’albero più o meno grosso con cui in epoca preistorica si costruivano i villaggi. La trabe è la parte orizzontale dell’àncora.