Partito di argento e di rosso, alle due torri, mattonate di nero, merlate alla ghibellina di tre e finestrate di tre, dello stesso, riunite dalla cortina di muro, merlata di cinque alla ghibellina, finestrata di due, di nero, munita di grande apertura ad arco acuto, il tutto dell’uno all’altro, la cortina sostenente l’uomo di guardia, in maestà, attraversante, armato di tutto punto, di acciaio al naturale, il viso di carnagione, tenente con la mano destra l’asta in banda alzata, di nero, cimata dalla crocetta patriarcale, dello stesso, munita di vessillo svolazzante, partito di azzurro e di rosso, con la mano sinistra la chiave d’oro.
Dpr, concessione 18 aprile 2006
Con lo stemma di Villa Guardia, concesso il 18 aprile 2006, si è inteso evocare il glorioso passato delle due differenti comunità, confluite nella nuova realtà unitaria, erede e custode dei valori storici, consapevole del momento presente e aperta verso il futuro, di cui vuol essere artefice. Nelle due torri merlate si identificano i nuclei originari di Villa Guardia, Civello e Maccio, collegati tra loro da un ponte simbolico, significante l’atto d’unione. La figura della guardia, rendendo lo stemma del paese in uno parlante, evoca una località chiamata appunto La Guardia, che ha ispirato la denominazione del Comune; l’uomo armato, pronto a difendere e a custodire i valori del passato, in piedi sulla cortina di muro, tiene con la mano sinistra la chiave d’oro, metafora di padronanza e autonomia, con la destra il vessillo. La crocetta patriarcale, cioè con due traverse di diversa larghezza, posta sulla punta del gagliardetto è il simbolo delle due parrocchie storiche, l’una è gemmata dall’altra. I colori del fondo rievocano gli stessi dello scudo del capoluogo. Il progetto, ideato dallo storico Mario Mascetti, è stato realizzato graficamente dal pittore Ernesto Solari.