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Lo stemma di Mezzegra non è mai stato riconosciuto o concesso da un decreto legge. Quello in uso al comune, risale con molta probabilità all’inizio del secolo scorso.
Esistono diverse immagini dello stesso, riprodotte sui documenti istituzionali e sulla cartellonistica. Ciascuna di esse riporta diverse differenze, come ad esempio il numero dei monti e la disposizione dell’aquila imperiale.
La cosa certa è che lo stemma del paese è una brisura dello stemma dei Brentano la celebre famiglia proveniente dall’Isola Comacina, i cui componenti dovettero abbandonare in seguito alla sua distruzione compiuta dai Comaschi nel 1169 per riparare sulle coste antistanti ed in particolare in località come Varenna e Bozanigo, quest’ultima frazione di Mezzegra, assieme agli abitati di Pola, Azzano e Giulino.
L’origine del cognome è incerta. E’ probabile che il nome Brentano derivi da un soprannome legato alla brenta, speciale tipo di gerla usato per il trasporto dei grappoli d’uva alla pigiatura. A riprova di ciò è data dallo stemma della famiglia che rappresenta un leone ed un serprente che si abbeverano alla brenta, sovrastati dall’aquila imperiale.
In realtà in un’antica miniatura lo stemma dei Brentano era semplicemente raffigurato dalla brenta accostata da una bordura d’argento e di rosso. Il serpente e il leone, così come l’aquila imperiale furono aggiunti successivamente.
L’arma dei Brentano secondo il dizionario storico-blasonico di G. B. Crollalanza, è descritto con la seguente blasonatura:
Interzato in fascia; al primo d’oro all’aquila bicipite di nero coronata del campo sulle due teste; al secondo d’azzurro ad una brenta d’oro, accostata a destra un leone rampante dello stesso ed a sinistra da una biscia di verde coronata d’oro; al terzo, bandato d’argento e di rosso.
Gli elementi caratteristici, la brenta con il serpente e il leone, sono rimasti invariati. E’ stata tolta l’ultima parte del bandato d’argento e di rosso (verosimilmente a ricordo della diocesi comasca). L’aquila bicefala, con due teste, imperiale, è stata sostituita da un’aquila, sempre coronata, ma rivoltata, cioè con la testa verso la parte sinistra araldica dello scudo. La colorazione insolita del volatile, di colore azzurro, con molta probabilità vuole ricordare il lago.
Sono stati aggiunti i tre monti, con le croci, a ricordo del Calvario, a riprova dell’importanza raggiunta da queste famiglie nell’ambito del comune. In alcune raffigurazioni i monti sono quattro.
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